Arkham Asylum è la magione che custodisce le schegge impazzite di Gotham City e, nello stesso tempo, i fantasmi che agitano i sonni dell' uomo-pipistrello. La stranezza, la diversità, la melanconia e l'invasamento del mondo sono racchiuse tra le mura dell' antico ricovero fondato dal dottor Arkham, la cui vita nella casa è segnata da continui lutti: della madre prima, della sua stessa famiglia poi.Eppure, proprio all'interno del luogo che dovrebbe blandire la loro insania mentis, gli abitatori - anarchici, giullari, storpi, megalomani - si riappropriano dell' immunità e dell'intoccabilità che una volta il mondo loro concedeva e sopportava, per farsi demiurghi onnipotenti del luogo. La casa è un organismo affamato di follia. E' un labirinto sognante ed io mi ci perdo, dice Arkham nella prima delle sette, angosciose sequenze - flash-back brucianti - che inframmezzano e separano il suo personale racconto dall' altro da cui prende avvio la storia: la rivolta all'interno dell'istituto e la pressante richiesta da parte dei rivoltosi della presenza di Batman. In questo modo Arkham Asylum funziona come macrotesto: quella della casa è la storia del dottor Arkham, della sua rovina e della sua caduta definitiva, senza redenzione, nella comprensione e nella pratica della follia. La pazzia - dice - nasce nel sangue; è il mio retaggio, la mia eredità. Il mio destino. E contemporaneamente, inseguendo le formule di una occulta geometria del caos (e della ricchezza) della follia, Arkham Asylum è un insieme di microtesti: è la storia dei reclusi che è quella dei loro incrociati destini: ed il loro destino è quello nero e sinistro di Batman. Il procuratore Harvey Due facce Dent, il Cappellaio Matto, Maschera nera, Croc, Dottor Destiny, Maxie Zeus, Faccia di Creta, Professor Milo. Pazzi criminali o geniali poeti? Filosofi che hanno compreso o discepoli della violenza ingiustificata? E poi lui, l' alter ego, il pagliaccio, il giocoliere, l'allegrone assoluto ed irriverente: Joker. E quale migliore anfitrione, guida e Caronte di questa discesa a spirale se non il Joker in persona, l'arcinemico di Batman, demone lucidissimo della impossibilità della normalità (pensate al Comico di Watchman!) e protagonista vero della storia. In effetti non siamo nemmeno sicuri - dice una terapeuta del manicomio - di poterlo definire pazzo.Il Joker infatti si ricrea continuamente in quel teatro dell' assurdo che per lui è la realtà. Ed è pronto a sfidare Batman sul lettino dello pschiatra.
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