martedì 28 luglio 2009

Enrico Giovannini

Il Consiglio dei Ministri ha nominato Enrico Giovannini nuovo presidente dell'Istat in sostituzione di Biggeri, il cui mandato era da poco scaduto. E' una buona scelta e una buona notizia, soprattutto tenuto conto delle tante voci che circolavano.
Un suo articolo su www.lavoce.info sembra quasi un programma di mandato http://www.lavoce.info/articoli/pagina1511.html.
Due anni fa a Padova ho avuto il piacere di sentire un suo intervento in un convegno http://www.usci.it/file.pdf/Presentazione_Padova2007_Giovannini.pdf e ora mi piace ricordare alcuni aforismi da lui citati in quella sede:

􀁑 Informazione non è conoscenza (A. Einstein)
􀁑 Un investimento in conoscenza frutta il migliore interesse (B. Franklin)
􀁑 Condividi la tua conoscenza. È un modo per raggiungere l’immortalità (Dalai Lama)
􀁑 Guardati dalla falsa conoscenza: è più pericolosa dell’ignoranza (B. Shaw)
􀁑 L’illuminazione è l’uscita dell’uomo dalla sua immaturità. L’immaturità è l’incapacità di utilizzare la propria capacità di comprendere senza l’aiuto di qualcun altro (I. Kant)

lunedì 27 luglio 2009

In viaggio con Mohammed


Ho cominciato a leggere questo libro perchè pensavo di andare a visitare lo Yemen. Poi alcuni avvenimenti accaduti nel mese di marzo hanno sconsigliato questa visita. Spero che si possa trattare solo di un rinvio magari piccolo perchè questo è paese affascinante.


ho dovuto inserire la copertina originale perchè quella dell'edizione italiana non si trova. Un bel libro

venerdì 24 luglio 2009

Questi pericolosi clandestini

Dal sito del Corriere della sera di oggi:

VIKAS SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO. UNO SU 5 ASPETTA UN ANNO PER AVERLO

Scade il visto al professore indiano
E la Bocconi perde il ricercatore

Aveva accettato di fare un anno di esperienza a Stanford. Non è più riuscito a rientrare in Italia. E ha scelto Sydney

Vikas Kumar, 32 anni, per 4 anni è stato ricercatore a tempo determinato alla Bocconi di Milano. Il suo contratto era di 6 anni
Vikas Kumar, 32 anni, per 4 anni è stato ricercatore a tempo determinato alla Bocconi di Milano. Il suo contratto era di 6 anni
MILANO — Vikas Kumar ha 32 an ni compiuti da poco, una laurea in Economia e un master a Dehli, un PhD (l’equivalente di un nostro dotto rato) a St. Louis. E ha, o meglio ave va, un contratto in Bocconi. Un posto che in moltissimi sognano e a cui Vikas ha rinunciato, dopo 4 anni di più che onorato servizio nelle aule dell’università milanese. Tra l’entu siasmo degli esordi e la disillusione dell’addio, i mesi di attesa per un per messo di soggiorno che non arriva mai. A raccontare la storia di Vikas è Lo renzo Peccati, prorettore per le risor se umane della Bocconi. «Kumar è ar rivato da noi quasi 5 anni fa, con un ruolo di assistant professor (ricerca tore a tempo determinato). L’aveva mo scelto sul Job Market, un appunta mento annuale dove i migliori «cer velli » vengono selezionati a livello in ternazionale; gli abbiamo offerto un contratto di 6 anni, tra i benefit c’era la possibilità di un anno sabbatico, mantenendo stipendio e fondi di ri cerca, da trascorrere in qualunque ateneo del mondo».

È l’estate 2008: Kumar, che ha già rinnovato una volta il permesso di soggiorno (da 2 anni, allora il massi mo per un contratto di quel tipo), de cide di sfruttare l’occasione. «E sicco me è bravo, viene accettato a Stan ford. Sarebbe dovuto rientrare alla fi ne di quest’estate». Ma il visto, nel frattempo, è scadu to. Da molti mesi. Nel corso dei quali la Bocconi non è stata con le mani in mano: «Grazie al decreto legge uscito a gennaio 2008, docenti e ricercatori stranieri ora possono ottenere un per­messo che copra tutta la durata del contratto. Ma l’ente che li assume de ve iscriversi a un albo istituzionale, per poi avviare la procedura. Ebbene, l’albo è comparso sul sito del Ministe ro dopo 9 mesi. E fino ad oggi non sono risultati di sponibili i moduli necessari». Morale (mesta) della favola: «Vikas chiedeva notizie, e noi non potevamo far altro che rispondergli: ci stiamo lavoran do... Penso che a un certo punto ab bia fatto due più due. Poco tempo fa è arrivata una lettera molto gentile, con cui rende noto di avere accettato l’offerta dell’università di Sydney».

Una storia tra le tante, almeno stan do all’indagine che la Fondazione Ro dolfo DeBenedetti ha dedicato agli studenti stranieri di dottorato in Ita lia. Ce ne sono tremila, e il 77% viene da Paesi extraeuropei. Arrivano ri chiamati dalla «buona reputazione della ricerca» in Italia (43%), dalla di­sponibilità di una borsa di studio (il 54% dei non-Ue). E lottano, ogni gior no, con la nostra burocrazia: per il permesso di soggiorno, uno studen te su 5 aspetta più di un anno. E per avere un appuntamento in questura il 77% deve attendere oltre un mese. Con relative difficoltà nel viaggiare — che siano conferenze all’estero o vacanze in famiglia — per uno su 4. E costi non indifferenti: tra i 50 e i 200 euro, così dichiara il 68% degli in tervistati. «Sono in Italia dal 2006 e ho già fatto due rinnovi», conferma Mark Dincecco, ricercatore all’Imt di Lucca, coetaneo di Vikas e california no. «Per chi ha il passaporto america no la situazione è meno grave, ma la sensazione di insicurezza c’è lo stes so. A ottobre 2007, per il primo rinno vo, ho aspettato quasi 10 mesi: il nuo vo permesso è arrivato a luglio, e in settembre era già scaduto. In questu ra la risposta era, invariabilmente, 'a Roma è tutto bloccato'. Chissà che si gnifica... ».

A settembre, l’indagine della Fon dazione sarà presentata in Bocconi, «a un convegno cui interverrà anche il ministro Gelmini — anticipa l’eco nomista Tito Boeri —, con una sessio ne su brain drain e brain gain ». Fuga e attrazione di cervelli. «Perché non solo ne arrivano pochi, ma quei pochi facciamo anche fatica a trattenerli. E ogni studente è un investimento importante: un dottorando costa, in media, 200-250 mila euro all’anno». Peccati conferma: «Bisogna pagare i docenti che vanno al Job Market, poi si invitano qui a spese nostre i candidati, e per chi viene preso c’è, di base, uno stipendio superiore a quello di ingresso di un associato». Anche per questo la Bocconi, insieme ad Assolombarda, ha deciso di sedersi a un tavolo con Comune, Questura, Prefettura, per lavorare a uno snellimento delle procedure. «La legge c’è: vogliamo solo poterla usare». Sul sito della Bocconi, alla pagina personale di Vikas, è indicata la sua «area di interesse scientifico»: strate gie di internazionalizzazione. Non oc corre andare a cercarlo in Australia per capire che, tra tutte le tattiche possibili, quella seguita finora dal l’Italia è decisamente sbagliata.

Gabriela Jacomella
24 luglio 2009

Infortezza

Questo è il testo del messaggio che ho appena inviato tramite il sito http://www.infortezza.com/modules/news/ agli organizzatori della maifestazione Infortezza

Ieri sera ho assistito al concerto di Magoni e Spinetti. Questo concerto è stato disturbato da un'assordante musica da discoteca che proveniva da uno stand vicino all'arena. Francamente una cosa vergognosa e indecente verso il pubblico che ha pagato e poco rispettosa per gli artisti che mi sono sembrati in grande difficoltà. Per quello che mi riguarda, un concerto a pagamento alla Fortezza non lo vedrò mai più.
Saluti

martedì 21 luglio 2009

Fannulloni

Questa volta sono dati completi e non campionari:
Posso raccontare la mia esperienza: il 29 gennaio scorso ho fatto un incidente in scooter mentre andavo a lavorare, niente di che. Al pronto soccorso mi danno tre giorni e io, dopo un consulto con la segreteria del mio ufficio, decido lavorare comunque perchè non è sicuro che mi possa essere ricosciuto infortunio sul lavoro; in caso contrario per tre giorni ci avrei rimesso 100 euro circa e francamente mi scocciava. Però non stavo tanto bene e ancora oggi dopo 7 mesi l'ematoma non è ancora completamente riassorbito.
Però visti i dati citati nell'articolo noi dipendenti pubblici siamo indifendbili e non ho più nè la voglia nè il coraggio di protestare.

giovedì 16 luglio 2009

Giovanni Gozzini

L'ex assessore alla cultura del Comune di Firenze lo scorso 22 settembre disse cosa poteva fare Della Valle della sua cittadella del calcio e del nuovo stadio presentato in quei giorni, cioè poteva prendere il progettino arrotorarlo e ficcasselo su per le trombe del culo. Pochi giorni dopo dette le dimissioni. I vari candidati a sindaco di Firenze si sono detti in questi mesi tutti favorevoli al progetto della cittadella. Poco prima del ballottagio i due candidati a sindaco Galli e Renzi cominciavano a mostrare qualche dubbio (non ci sono tutti gli ettari che i Della Valle vorrebbero). Le notizie di oggi sembrano dare ragione dopo qualche mese a Giovanni Gozzini.

Della Valle e Cecchi Gori

Mi sa che a firenze c'è nostalgia di Cecchi Gori. Ci manca proprio un bel presidente così che nonostante abbia speso tanti soldi da fallire, la Fiorentina al massimo è arrivata una volta terza. Invece una società che vende un giocatore dopo un anno a un prezzo triplo dell'acquisto (tralasciando i quattro quarti posti consecutivi negli ultimi quattro anni) viene a noia. In effetti è un peccato non lottare più per la retrocessione.

mercoledì 15 luglio 2009

Vanity Fair

Questa è una rivista da non sottovalutare, anzi con pochi minuti ci si aggiorna su cosa è successo nell'ultima settimana. Nel numero della settimana scorsa merita una citazione questo arrticolo di Gad Lerner PERCHÉ NON PROVATE ANCHE VOI A VIVERE UNA SETTIMANA DA STRANIERI IN ITALIA? http://lerner.style.it/archive.php?y=2009&m=07

mercoledì 8 luglio 2009

Yes we camp

Gli abitanti dell'Aquila accolgono i partecipanti al G8


Fantastici!

martedì 7 luglio 2009

G8 a L'Aquila

Questi vertici servono a poco e gli interessi in gioco spesso sono solo economici e legati a logiche bieche di potere; però un incontro dei capi dei governi eletti dai rispettivi paesi mi sembra comunque più democratico di coloro che li contestano. Chi sono li ha delegati? Sono davvero puri come gigli? Detto questo fare il G8 a L'Aquila a tre mesi dal terretomoto mi sembra una sciocchezza. Se si fosse tenuto un G8 a New Orleans dopo tre mesi dalla catastrofica alluvione del 2005 cosa avrebbe pensato il mondo (e soprattutto gli abitanti di New Orleans)? Non si poteva fare il G8 a Camp Darby: problemi sicurezza e logistici risolto (ma senza farsi vedere a giro che gusto c'è?).

L'inquilino del terzo piano

Mi avevano consigliato di vedere questo film di Roman Polansky. In effetti avevano ragione!